18.11.09

mare verde moccio




Quanto ai piccoli piaceri, come stavo dicendo: ti rendi conto del piacere illecito e sensuale che provo quando mi scaccolo il naso? E' così da quando ero piccola. Una sensazione con una gamma infinita di sottili sfumature. L'unghia affilata del mignolo, così sottile, può raggiungere le incrostazioni e i frammenti di muco della narice e tirarli fuori per guardarli, sbriciolarli tra le dita e con un colpetto farli cadere sul pavimento ridotti in minuscole croste. Oppure l'indice, più grosso e risoluto, può spingersi in alto e tirar giù e fuori grumi di muco giallo-verdognolo, cedevoli ed elastici, appallottolarli fra pollice ed indice per poi spalmare questa sfera gelatinosa sotto il piano della scrivania o della sedia, dove si solidificheranno in incrostazioni organiche. Quante scrivanie e quante sedie ho imbrattato delle mie secrezioni da quando ero bambina? Oppure quante volte mescolato al muco ci sarà del sangue: in secche scaglie marroni o nella goccia vermiglia che all'improvviso macchia il dito troppo rudemente impegnato a raschiare le membrane nasali. Dio, che sensazione voluttuosa! E' avvincente guardare con occhi nuovi abitudini vecchie di anni: vedere un inaspettato "mare verde moccio", lussurioso, pestilenziale, e rabbrividire per l'emozione della scoperta.

(Sylvia Plath, Diari, Adelphi)

1 commento:

malcelati 2 ha detto...

Come disse il grande Calvin presentandosi a tavola con un barattolino pieno raso di materiale verdognolo e gelatinoso: "Voglio diventare donatore di muco nasale!"