27.11.09

Poesia di Natale

Ebbene, per una serie di ragioni mi è stato chiesto di scrivere una poesia sul Natale. Ammetto, in tutta onestà, che la cosa è spiazzante. Lì per lì ho detto: beh, va bene, sì si, bene, scriverò una poesia sul Natale. Ma sentivo comunque una certa perplessità. Di certo, non ho mai pensato di scrivere una poesia sul Natale. Cioè, una volta avevo scritto un racconto sul Natale, ambientato nel giorno di Natale in un'agenzia ippica, poi l'ho un po' cambiato, riscritto, e alla fine il Natale non c'era più. Quindi si potrebbe dire che non ho mai scritto nulla sul Natale. Anzi no, un'altra volta ho riscritto una commedia per un saggio di alcuni ragazzi, mi dice la prof: ecco, ci sarebbe questa favola, sul Natale, andrebbe messa in scena. Ho capito, va bene, la facciamo, sì sì, bene. Poi l'ho letta. Poteva essere Dickens, che ci fanno pure i film con J. Carry. Invece era Guareschi, e, beh, per capire bisognerebbe leggerla. Fatto sta che alla prima stellina cometa, alla prima "magia" di Natale m'è preso il mal di mare e allora ho riscritto tutta una roba con delle formiche rivoluzionarie, dei corvi... bah insomma, forse qualcosa della favola c'era ancora, ma insomma diciamo che non era più una favola di Natale, col Natale.
Così ora eccomi lì col foglio bianco, dopo che mi scrivono la mail con nero su bianco "aspettiamo il tuo testo". Cioè,la poesia sul Natale.
Ora, mi chiedo, esiste forse un tema più difficile che una poesia di Natale? Che se parli dello spleen della città, del consumismo, del panettone, sei scontato. Se parli di cosa ti cucinava tua nonna, del ritrovo in famiglia, di te coi regali a tre anni, sei retorico. Se parli del freddo, della neve, della notte, sei naive. Se parli del tema religioso... e come fai a parlare del tema religioso partendo dal Natale in una poesia di Natale? E' tutto molto complicato. Allora un flash: ricordo di aver comprato anni fa un libro di Brodskij dal titolo "Poesie di Natale". E rammento chiaramente di non averlo mai letto tanto bene per il motivo, appunto, che c'erano "poesie di Natale", il che è piuttosto respingente, quantomeno per me, a ben vedere. Però, uno si dice, forse provare a leggerla, una poesia di Natale di Brodkij, perché no, potrebbe anche aiutare a trovare una strada... e trovo questi versi, che sono solo l'inizio di una poesia più lunga, e mi dico: però, Broskij, lui ce l'ha fatta a scriverla la poesia di Natale.

Il secondo Natale in riva al Ponto
che non è mai ghiacciato. La stella
dei re Magi sul recinto del porto.
Non posso dire di non riuscire
a vivere senza te - visto che vivo.
Come da questa pagina è evidente.
Esisto: trangugio la mia birra, imbratto
fogli, e l'erba, la calpesto.

4 commenti:

malcelati 7 ha detto...

scrivo brodkij, broskij... ma voglio dire Broskij, è evidente. La mia tastiera è molto complicata.

malcelati 7 ha detto...

e carrey... vabbé lasciam perdere i refusi va

[ ] ha detto...

Grazie... post bellissimo.
Brodskij è in assoluto uno dei ripari più confortevoli dalla pioggia delle stupidaggini della quotidianità.
Asciutto e sincero.
E c'è in lui uno sguardo poetico che rende il mondo più sopportabile, senza mai mentire.
Un bel pensiero questo post.
Grazie, davvero :-)

malcelati 7 ha detto...

uh... grazie a te :)