11.11.09

Poesia politica n.36

Qualcuno che lecchi via la stanchezza dalla tua pelle accaldata
Qualcuno che ricordi fino all'ultima goccia scivolata dai tuoi occhi
Qualcuno che rubi alla tua lingua l'alfabeto della grazia
Qualcuno che morda le tue labbra che comunque l'hanno vinta

Qualcuno che appenda falci di luna ai lobi delle tue orecchie
Qualcuno che annodi primavere ai rami scuri dei tuoi capelli
Qualcuno che si affacci dalla punta del tuo naso nobile
Sul giardino pensile del tuo collo francese

Qualcuno che soffi via la pioggia raccolta sulle tue spalle
Qualcuno che disegni la mappa di stelle insonni sulla tua schiena
Qualcuno che beva tè bianco dalla coppa delle tue ascelle
Qualcuno che si smarrisca una domenica a pregare sul tuo seno

Qualcuno che susciti miele dalla ferita del tuo ombelico
Qualcuno che bruci di febbre sui pomeriggi dei tuoi fianchi
Qualcuno che faccia delle sue mani guanti soffici per le tue dita
Qualcuno che navighi fiumi nei solchi azzurri dei tuoi polsi

Qualcuno che canti l'arte del taglio unico della tua fica
Qualcuno che faccia guanciali dei cumuli di neve delle tue natiche
Qualcuno che alle tue cosce sacrifichi eserciti di eroi omerici
Qualcuno che legga destini nell'impronta decisa dei tuoi piedi

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