11.12.09

Devo andare a lavorare

Non è possibile continuare così. Non posso svegliarmi tutte le mattine con il peso in testa, nelle braccia, nello stomaco, sulle ginocchia, alle caviglie, nei piedi, in ogni lembo di pelle, non ce la faccio, devo trovare una soluzione, un approccio diverso a questo vivere quotidiano che prevede che io vada a lavorare tutti i giorni, nello stesso posto, a fare le stesse cose, a discutere degli stessi problemi, con le stesse persone, ad ascoltare i soliti discorsi, nella stessa prigione in cui mi nutro di pane e acqua tutti i giorni, pane e acqua, sopravvivenza.
Ma se sopravvivere vuol dire perdersi, allontanarsi, distaccarsi, spezzarsi, snaturarsi, dissolversi, annientarsi, da se stessi, ridursi allo stato di bestia, sopravvivere è veramente la cosa più difficile per un essere umano!
Non è più facile vivere?
A rigor di logica non fa una piega eppure ogni giorno sopravvivo. Giunta a questa consapevolezza e a quella che a rigor di logica è più facile vivere ma che non so farlo, devo trovare il modo per ‘’sopravvivere pienamente’’ altrimenti sopravvivo a metà e vivo a metà e penso a metà e soffro a metà e tutto è a metà e niente è fino in fondo. Fondo, fondo, fondo, toccare il fondo, a volte può servire, forse. Toccare il fondo cosa significa?
Perdersi, allontanarsi, distaccarsi, spezzarsi, snaturarsi, dissolversi, annientarsi, da se stessi veramente, diventare cinici nel profondo e poi da li rinascere, riconquistare giorno dopo giorno l’importanza di ogni cosa, sceglierla daccapo con consapevolezza vera questa volta.
Potrebbe andare così, non lo so. Ma so che non sono capace di riuscirci.
Cosa posso fare allora? Potrei licenziarmi. Potrei, ma non posso. Ho un mutuo, un’assicurazione vitae, una casa da mantenere, le tasse universitarie da pagare, i libri e poi non potrei più viaggiare, e poi non ho più vent’anni.
Insomma neanche questa possibile soluzione è fattibile. Cosa posso fare allora?
Cambiare me stessa. Si bella idea, cambiare. Ma so che non sono capace di cambiare anche perché cambiare un po’ significherebbe, perdersi, allontanarsi, distaccarsi, spezzarsi, snaturarsi, dissolversi, annientarsi, da se stessi veramente, diventare cinici nel profondo e poi da li rinascere, riconquistare giorno dopo giorno l’importanza di ogni cosa, sceglierla daccapo con consapevolezza vera questa volta. Insomma, neanche cambiare me stessa può essere una soluzione. Ma allora non c’è una soluzione?
Devo rassegnarmi a svegliarmi tutte le mattine con il peso in testa, nelle braccia, nello stomaco, sulle ginocchia, alle caviglie, nei piedi, in ogni lembo di pelle, oddio non ce la faccio, ci deve essere una soluzione, un approccio diverso a questo vivere quotidiano che prevede che io vada a lavorare tutti i giorni, nello stesso posto, a fare le stesse cose, a discutere degli stessi problemi, con le stesse persone, ad ascoltare i soliti discorsi, nella stessa prigione in cui mi nutro di pane e acqua tutti i giorni, pane e acqua, sopravvivenza.
E’ tardi, devo andare a lavorare, ci penserò domani.

2 commenti:

malcelati 9 ha detto...

oibò, mi ci vedo anche io. ma ho trovato una scappatoia: continue, invalidanti, manifestazioni psicosomatiche! ;)

malcelati 7 ha detto...

ahahah! bella questa me la rivendo!